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Mauro Corona e la formazione che non ti aspetti 

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Mauro Corona è uno scrittore, uno scultore e un alpinista, che ha mostrato il suo carattere spigoloso e dimostrato il suo sapere e il suo eclettismo in tutte le puntate in cui ha fatto da spalla a Bianca Berlinguer. Un duo così diverso da risultare perfettamente complementare. E così ben collaudato che la conduttrice ha deciso di portare Corona con sé nella nuova avventura che inizierà a breve in casa Mediaset. Ma cosa sappiamo davvero di Mauro Corona uomo, oltre il personaggio pubblico? Qual è stato il percorso di formazione che lo ha portato a vincere numerosi riconoscimenti letterari?

Mauro Corona, che in realtà si chiama Maurizio, è nato a Baselga di Piné, in Trentino, il 9 agosto 1950. È uno scrittore, un alpinista e uno scultore ligneo di talento. Quando aveva soltanto sei anni si è trasferito a Erto insieme alla sua famiglia, nella valle del Vajont. Più volte ha definito la sua infanzia “quasi felice”, nonostante la madre fosse stata costretta ad allontanarsi da lui e dai suoi fratelli per colpa del marito violento. 

È cresciuto intagliando il legno insieme al nonno paterno e divorando i libri che aveva lasciato sua madre. La letteratura è da sempre una delle sue più grandi passioni, insieme alla scultura e alla vita in montagna. Quando il 9 ottobre 1963 ci fu l’enorme catastrofe del Vajont, lui era soltanto un ragazzino e, anche se la sua famiglia non subì alcuna perdita perché casualmente viveva in un appezzamento lontano dal centro, questa tragedia lo ha segnato per sempre nel profondo.

Quasi 2000 furono i morti e 1300 i dispersi. Interi paesi spazzati via per sempre, luoghi, tradizioni, vite umane, tutto fu spazzato via dalle mappe e dalla storia in una manciata di minuti. Tra questi, anche il paesino di Longanone, dove Corona aveva vissuto per un breve periodo insieme ai nonni. Dopo il Vajont per gli abitanti di quelle montagne niente è stato più come prima: Mauro Corona fu mandato dalla famiglia a studiare nel Collegio Don Bosco di Pordenone dove però soffrì terribilmente la lontananza dalla natura e dalla montagna. 

Nel collegio dei salesiani però fu incoraggiato a trovare conforto in un’altra sua passione: l’amore per la letteratura. Conobbe Tolstoj, Cervantes, Dostoevskij e tanti altri autori. La sua forte inclinazione artistica lo spingeva a proseguire gli studi nel campo delle arti, ma l’istituto artistico più vicino era a pagamento e per lui non era accessibile. Fu quindi costretto a virare verso studi più tecnici e si iscrisse – gratuitamente – all’istituto per geometri di Udine. Ma la scelta fu infelice: la noia e l’interesse per altri campi del sapere lo condussero ad abbandonare gli studi prima del diploma. 

Nonostante il titolo di studi sia quello di scuola secondaria di primo grado, il sapere di Mauro Corona è vasto e vario. Ha allestito mostre con le sue opere scultoree, ha scalato innumerevoli vette in tutto il Trentino e il Friuli, con trasferte fino in Groenlandia e California. Ha pubblicato numerosi libri.

La sua passione per la letteratura e la scrittura lo hanno reso autore di numerosi testi: fiabe, poesie, romanzi, racconti, autobiografie. La sua prima pubblicazione risale al 1997 e da allora ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Con Cani, camosci, cuculi (e un corvo) ha vinto il Cardo d’argento al 37º Premio Itas del libro di montagna. La fine del mondo storto gli è valso, con 75 preferenze, il Premio Bancarella. Ha ricevuto il Premio Mario Rigoni Stern con La voce degli uomini freddi, un libro che “Rappresenta l’epopea delle genti di montagna, avvezze al pericolo e al sacrificio” si leggeva nella motivazione della giuria che lo ha premiato. Una carriera scolastica interrotta, ma una vita di studi che gli hanno permesso di raccontare, raccontarsi e di raggiungere una posizione di tutto rispetto.