Lo sport appassiona, unisce, sprona, emoziona. È difficile trovare qualcuno che non abbia uno sport del cuore, una disciplina che non lo incuriosisca e non lo appassioni almeno un po’, della quale non sia informato, non segua i campionati, non impazzisca per un giocatore o per una squadra, non si interessi al suo mercato. Ogni sport ha la sua storia, i suoi supporter e le sue star e la Formula 1 non fa eccezione. Milioni di tifosi in tutto il mondo, appassionati di motori che seguono i campionati da anni, fedeli alla loro scuderia e affezionati ai piloti che hanno contribuito a farne la storia. Un esempio? Chi non conosce Michael Schumacher, il suo talento, la sua vita e le sue imprese in Ferrari? Probabilmente anche i sassi! È lui la star della Formula 1 e anche il protagonista di un comunicato di qualche giorno fa che ha lasciato tutti commossi.
La Formula 1
È dal 1948 che la Formula 1 attrae a sé milioni e milioni di appassionati di motori e di velocità. La massima categoria di vetture monoposto, su ruote, scoperte e da corsa. Affonda le sue radici nelle gare automobilistiche di fine Ottocento, che si trasformarono in Gran Premi agli inizi del Novecento per poi tramutarsi in gare regolamentate negli anni Venti, quando si iniziò a parlare di Formula Grand Prix.
La Formula
Agli inizi del secolo scorso la Formula Gran prix, l’antenata della Formula 1 così come la conosciamo oggi, era una prerogativa quasi esclusivamente Europea. Bisognerà aspettare quasi mezzo secolo per vedere la Formula 1 aperta a scuderie e piloti provenienti da ogni parte del mondo. Precisamente alla stagione del 1950.
Perché Formula?
Prima di parlarvi dell’atteso comunicato proveniente dal backstage della F1, vorremmo togliervi una curiosità. La passione di una vita per Michael Schumacher, la Formula 1, prende il nome semplicemente dall’insieme di regole alle quali tutti i partecipanti alla gara devono adeguarsi. Sia quelle che riguardano le macchine sia quelle che riguardano i piloti. Questo per evitare delle disparità tecniche tra le auto, sia per contenere il rischio di incidenti durante le competizioni.
Michael Schumacher
Michael Schumacher è la star indiscussa della Formula 1. Tedesco, nato in Germania nel 1969, ha vinto ben 7 titoli mondiali, di cui ben 5 con la scuderia Ferrari, ininterrottamente dal 2000 al 2004. Un record rimasto imbattuto, anche da Lewis Hamilton, altro grandioso pilota automobilista sia per numero di vittorie che per record stabiliti.
Il Kaiser
Schumacher veniva chiamato così: il Kaiser, titolo imperiale riservato ai sovrani del Sacro Romano Impero, dell’Impero austriaco, dell’Impero austro-ungarico e dell’Impero tedesco. Come per la parola russa zar, il termine Kaiser deriva direttamente dal titolo di Cesare, di cui godevano gli imperatori romani. Un titolo niente male per un pilota di Formula 1, che però sembra esserselo proprio meritato! Visto che oltre ai 7 mondiali vinti e nonostante siano passati molti anni dal suo addio alle corse, continua ad essere secondo nei record soltanto ad Hamilton, con ben 91 gare vinte, 155 podi conquistati e 68 pole position.
L’incidente
La mattina del 29 dicembre 2013, Michael Schumacher ha avuto un incidente sulla neve. Durante una discesa con gli sci in un fuori pista in Francia, Michael cadde e batté la testa su una grossa pietra. Inoltre, ad aggravare l’incidente fu il supporto di una videocamera sportiva che perforò il casco, creando una grave contusione al cranio. Dopo un ricovero d’urgenza all’ospedale universitario di Grenoble e un’operazione neurochirurgica per un forte trauma cranico e una forte emorragia celebrale, venne tenuto a lungo in coma farmacologico.
La riabilitazione
Nel giugno del 2014, dopo circa 6 mesi dall’incidente, la manager del pilota nonché sua portavoce, Sabine Kehm fece un comunicato in cui annunciava che Michael si era risvegliato per brevi periodi nei mesi precedenti, che aveva ripreso conoscenza e che aveva iniziato a interagire con l’ambiente circostante. A settembre dello stesso anno venne dimesso dall’ospedale per iniziare un percorso riabilitativo in una clinica privata vicino a Gland, dove Schumacher vive con la sua famiglia. Da allora le notizie sulle sue reali condizioni di salute sono pochissime.
Le voci su Verstappen
Da un po’ di tempo nell’ambiente dell’automobilismo si parla di una fortissima similitudine tra il pilota Max Verstappen e Michael Schumacher. Per la capacità di tenere il controllo della vettura, per il ritmo di gara, per la lucidità nelle competizioni. Verstappen è di certo un campione della Formula 1 e una volta raggiunta una certa fama, i paragoni con gli altri giganti sono inevitabili, ma a mettere a tacere queste voci che sono sembrate azzardate ci ha pensato chi conosceva bene Michael, sia come uomo che come pilota professionista.
Il comunicato di Jean Todt
Jean Todt è stato a lungo nei box della Ferrari ed è stata al fianco di Michael per moltissimi anni. Lo conosceva bene sia dal punto di vista umano che sotto il profilo professionale. In una recente intervista, infatti, non ha usato mezzi termini per mettere a tacere tutte quelle voci che paragonavano Verstappen a Schumacher. Ammette che ci sono delle similitudini soprattutto per la determinazione, ma ha evidenziato come ogni campione sia necessariamente diverso dall’altro e come sia improprio fare paragoni azzardati, soprattutto perché il suo amico sta ancora vivendo momenti difficili.