Site stats Missili Javelin e droni Bayraktar: le armi controllate da remoto che potrebbero cambiare le sorti della guerra in Ucraina – Brain Berries

Missili Javelin e droni Bayraktar: le armi controllate da remoto che potrebbero cambiare le sorti della guerra in Ucraina

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È già successo in passato: la dimensione di uno Stato non è sinonimo di grandezza dei suoi valori. Nessuno dimenticherà mai il valore e il coraggio dei Vietcong nel difendersi dall’attacco statunitense e l’invasione, alle volte, non riesce soltanto ad essere respinta: alle volte le sorti sono perfino ribaltate. La guerra a cui stiamo assistendo oggi, pur conservando violenza e distruzione ingiustificate, ha aggiornato le regole della battaglia: si è resa più tecnologica, più economica, più precisa. L’intelligenza artificiale può essere impiegata e rimpiazzata immediatamente, permette di colpire da remoto a migliaia di chilometri di distanza dall’obiettivo, il conflitto viene controllato tramite joystick: i missili Javelin e i droni Bayraktar sono ormai le armi simbolo di questo conflitto.

Il mondo in soccorso dell’Ucraina

Da un lato le sanzioni economiche, dall’altro gli aiuti materiali in risorse e materiale bellico: tutto il mondo sta fornendo sistemi di attacco e difesa per l’Ucraina. La NATO ha annunciato l’invio di ulteriori missili anticarro, sistemi di difesa aerea, droni, ovvero tutti gli armamenti risultati estremamente efficaci per questo conflitto.

Una guerra “intelligente” (ma neanche tanto)

Ormai tutti i paesi del mondo si sono dotati di sistemi bellici avanzati basati sull’intelligenza artificiale: questa logica permette di impiegare macchine killer al posto di soldati in pelle e ossa, sebbene tali armi vengano tutt’oggi utilizzate per dare manforte ai battaglioni, piuttosto che sostituirli.

Robot killer

NLAW, Javelin, Switchblade e Bayraktar ovvero contraeree, missili e droni: sono loro i protagonisti invisibili, letali, indiscussi di questo nuovo conflitto in Ucraina. La tecnologia ha raggiunto livelli mai visti nelle precedenti guerre… l’unico rammarico è rappresentato dall’impiego di tali sforzi ingegneristici per motivazioni e comportamenti fino a qualche mese fa inimmaginabili per gli anni in cui viviamo.

I Javelin

Ancor prima che la Russia facesse la sua prima mossa, gli Stati Uniti avevano inviato circa duemila missili Javelin all’Ucraina e il loro impiego durante gli attacchi nel Donbass e nel Kharkiv ha creato danni più che seri alle truppe russe. Questi armamenti si sono rivelati super efficaci contro i carri grazie alla facilità di trasporto e alla lunga gittata che arriva anche a quattromila metri dal luogo del lancio.

I Bayraktar TB2

Ed ecco i veri eroi del conflitto, il vero punto di forza della Air Force ucraina che sembra abbia  tenuto in scacco l’offensiva russa: i droni turchi Bayraktar TB2, letteralmente letali contro missili terra-aria, carri rifornimento ed altri elementi strategici del battaglione russo. Questi piccoli e agili droni, capaci di trasportare un carico di 150 kg di bombe a guida laser, missili anticarro e razzi, sono controllati da remoto grazie alla rete satellitare Starlink, offerta  gratuitamente dal filantropo e scienziato contemporaneo Elon Musk.

Gli Switchblade

Tra le nuove armi che potrebbero essere inviate in Ucraina,  l’Economist e il New York Times avevano parlato dei cosiddetti “droni kamikaze”, gli Switchblade: droni ultraleggeri (circa 2,5 kg) di facile spostamento, si lanciano attraverso un tubo e sono estremamente precisi; chi li controlla può scegliere l’obiettivo anche successivamente al lancio grazie al controllo da remoto tramite tablet; ma la loro vera peculiarità risiede nel fatto che, colpito l’obiettivo, questi droni esplodono.

La contromossa russa

Anche la Russia sta impiegando dei droni per la sua offensiva, gli Orion: inizialmente poco utilizzati onde evitare attacchi delle contraeree ucraine, oggi vengono addirittura sempre più impiegati nei filmati diffusi dalla propaganda russa per evidenziare il loro progresso tecnologico. Hanno un’autonomia di volo di 24 ore ma, a causa delle loro dimensioni, sono lenti e facilmente individuabili; i russi, tra le loro dotazioni, hanno anche  droni kamikaze, il Kyb e il Lancet. Secondo alcune indiscrezioni, inoltre, il Cremlino avrebbe chiesto l’aiuto di Pechino per ulteriori apparecchiature belliche: i droni Wing Loong.