Il 2020 è stato uno degli anni più ardui che l’umanità ha dovuto affrontare. Tra incendi, addii dolorosi (vedi la scomparsa di Diego Maradona nel nostro articolo) e quarantene esasperanti, la pandemia da Covid-19 ha colpito duramente ogni aspetto della vita socio-economica globale. Tra i settori più colpiti troviamo il mondo del cinema, che ha visto rinviati tantissimi film e ultimate (se non posticipate) velocemente molteplici produzioni al fine di tamponare irrimediabili perdite economiche. Il risultato? Una valanga di film brutti. E non parliamo di B-Movies come Croctopus 3D, venerati da Phil e Claire Dunphy di Modern Family, qui si parla di produzioni importanti tanto internazionali quanto italiane. Scopriamole assieme e poi dimentichiamole una volta per tutte.
10. Charlie’s Angels
Iniziamo la lista con un film che racchiude quanto detto prima. Budget da 50 milioni di dollari per un incasso di soli 8,6 in tutto il mondo. L’uscita nelle sale italiane era prevista per il 12 marzo 2020, ovviamente annullata, poi disponibile in streaming dal 3 giugno e nuovamente in sala in piena estate. Il flop non è dovuto soltanto alle sfavorevoli condizioni di mercato, bensì ad un prodotto confezionato male. Pieni voti al femminismo ma non a quello che sa di farsa, dove le eroine sfidano il mondo avanzando come su una passerella e che interrompono una missione per inscenare una coreografia. A nulla è servita la presenza della Bella (scusate il riferimento a Twilight) Kristen Stewart: il film non diverte, anzi, demoralizza.
9. Fantasy Island
Un altro caso di grandi produzioni internazionali che finiscono per deludere il pubblico. La Blumhouse Productions ne ha sfornati di capolavori, guardate ad esempio Unbreakable, Split, Glass, Insidious e Scappa – Get Out. Con Fantasy Island, remake in chiave horror dell’omonima serie tv anni ’70, l’obiettivo non è stato centrato. Troviamo infatti il peggio che un film possa avere: regia impacciata, script lacunoso, recitazione apatica, fotografia da serie B, il tutto per coccolare lo spettatore mentre si fa una bella dormita sulle poltrone del cinema.
8. Lasciami andare
Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa, Serena Rossi. Il cast c’è, la regia un po’ meno. Della storia non ne parliamo. La trama ruota intorno al post mortem e alle teorie filosofeggianti che cercano di spiegarlo. Dopo il peso iniziale della drammaticità, il film prende una svolta thriller e sovrannaturale talmente repentina che ogni colpo di scena risulta facilmente intuibile. Troppa prevedibilità in un film decisamente monotono, che diventa noioso da morire.
7. Jack In The Box
Un brutto esempio di film horror a basso costo. Non ci si spiega, però, come un film del genere possa essere uscito nelle sale italiane. Lentezza, prevedibilità senza sorpresa alcuna, scarsa fantasia e scenografia scolastica. Come se non bastasse il finale è del tutto scontato. Insomma, un film che ha fatto fatica ad arrivare ai 75 minuti per essere considerato un lungometraggio. Figuriamoci gli spettatori in sala per arrivare all’ultima scena!
6. Cats
Un film che sulla carta aveva tutto tranne che la possibilità di successo. Tutto il materiale pubblicitario, dai trailer alle foto di scena, dal casting alle premesse stesse del film, annunciava un flop epico. Stiamo parlando di 95 milioni di budget di produzione a fronte di appena 74 milioni di incassi, una perdita non soltanto economica ma anche del posto di lavoro di chi ha approvato le spese di produzione! Un musical con James Corden, Judi Dench, Jason Derulo, Idris Elba, Jennifer Hudson, Ian McKellen, Taylor Swift, Rebel Wilson e Francesca Hayward, un po’ umani e un po’ felini. Quel tanto da oltrepassare il limite del ridicolo.
5. Elegia americana
La critica americana non si è risparmiata nei confronti di questa pellicola, giudicandola come il film più brutto dell’anno ed il peggiore di Ron Howard. Neanche il cast stellare è riuscito a salvarlo: Glenn Close recita al di sopra del necessario tanto quanto Amy Adams e quest’ultima resta intrappolata nei panni del caso umano senza che la trama approfondisca tale aspetto. Il film spinge talmente tanto l’acceleratore sul fattore commozione da risultare falso e costruito. Una pellicola che tenta in tutti i modi di raggiungere gli Academy Awards ma che riesce soltanto ad allontanarsi emotivamente dallo spettatore.
4. 365 giorni
Film polacco che (per fortuna) non è uscito in sala ma direttamente su Netflix. Un mafioso siciliano rapisce una donna, quest’ultima ha 365 giorni per innamorarsi del suo aguzzino e, se le cose non andranno per questo verso, le verrà donata la libertà. I dialoghi sono profondamente offensivi e le violenze vengono presentate come sexy ed intriganti. Terribile!
3. Il legame
Saliamo sul podio con un altro horror di cui potevamo fare a meno, considerando mostri sacri come Dario Argento e Pupi Avati, che di pellicole di genere e indimenticabili ne hanno realizzate a bizzeffe, portando alle stelle il cinema italiano nel mondo. La trama ruota intorno a riti demoniaci svolti nei retrobottega delle masserie pugliesi, con un Riccardo Scamarcio che in questo film ha dimenticato come si recita. La storia potrebbe essere raccontata nella metà del tempo, e non basta ricorrere a puntuali jump scares per catturare l’attenzione. L’idea era buona ma l’occasione è stata sprecata. L’Italia è ricca di storie del genere, per fortuna potete ripiegare sul nostro articolo dedicato ai misteri, le stranezze e le leggende più inquietanti del Belpaese.
2. In vacanza su Marte
Secondo posto per il cinepanettone più brutto di sempre, In vacanza su Marte. Vorremmo fingere che non sia mai uscito, peccato che non sia così. Come fa un film del 2020 a risuonare vecchio di circa 30 anni? Tutto merito delle gag di Boldi e De Sica che hanno scelto di rimanere ancorati alla metà degli anni ’90. Il tutto ambientato nel 2030 sul pianeta Marte, dove un diciottenne senza accento alcuno finisce in un buco nero e diventa un 75enne (Boldi) con una cadenza fortemente lombarda. Un film fuori dal tempo e fuori dai nostri ricordi.
1. Lockdown all’italiana
L’Italia è un paese di sognatori, di inventori, di grandi pensatori. Come si può mai concepire un film ambientato in un Paese in piena crisi pandemica alle prese con il primo lockdown di marzo 2020? Aggiungete mariti infedeli, mogli annoiate, ragazze svestite, sproloqui ed equivoci volgari ed avrete il film più brutto dell’anno: Lockdown all’italiana. L’intento era di raggiungere il grande pubblico di non cinefili ma il periodo storico è stato del tutto sbagliato. Come è errato, d’altronde, tutto il film, che non riesce a strappare nemmeno un sorriso grazie ai tempi comici inesistenti e alle battute vuote nell’animo, dall’inizio alla fine.