Un progetto imponente in grado di attirare, in Turchia, l’alta borghesia proveniente da ogni parte del mondo. Un piano in grado di dare una spinta significativa all’economia turca. Una città stravagante, elitaria, esclusiva, costruita ispirandosi alle torri e ai castelli tipici della Loira e in particolare seguendo lo stile di Disneyland. La città delle ville di lusso è oggi un teatro vivente di un film post apocalittico: ecco a voi Burj Al Babas, la spettrale Disneyland fantasma.
Il contesto
I primi anni 2000 videro un forte sviluppo del mercato immobiliare turco che, grazie agli ottimi tassi di interesse e le condizioni favorevoli per investire e costruire ville e edifici residenziali, spinse gente proveniente dal ceto alto borghese e grandi imprenditori edili a edificare tanto sul mar Egeo quanto nella capitale turca, Istanbul, storicamente chiamata con l’appellativo di “seconda Roma” e considerata, all’epoca, come una delle città europee sul mare più in voga.
La genesi del progetto
Nel 2014 alcuni imprenditori edili turchi pensarono di offrire una proposta ancora più esclusiva rispetto a quanto realizzato fino a quel momento, comprando terreni, iniziando a costruire un albergo di lusso con terme annesse e, soprattutto, iniziando a realizzare un progetto che fino a quel momento era stato solo abbozzato su un foglietto di carta. È l’idea dei fratelli Mehmet Emin e Mezher Yerdelen del Sarot Group e del loro socio Bulent Yilmaz: la città dei castelli, la fiabesca Burj Al Babas.
Il sito
Gli imprenditori turchi individuarono un’area nota per la presenza di terme romane e strategicamente posta a metà strada tra il capoluogo Istanbul e la città di Ankara, in un’ampia vallata con vista sulle montagne, acquistando i terreni per un modico investimento di circa 170 milioni di euro. Il progetto prevedeva anche la realizzazione di un imponente centro commerciale che ricordasse, nello stile, il Campidoglio degli Stati Uniti, oltre a laghetti, parchi, giardini… e chi più ne ha, più ne metta.
In cosa consiste
Architettura gotica, inglese e americana fusa in un unicum di 732 ville di lusso a tre piani, ispirate sia alla Torre di Galata di Istanbul (realizzata dai genovesi in tardo Medioevo), ora alla Torre di Leandro (che si trova a qualche centinaio di metri dall’agglomerato urbano). Ogni villetta prevedeva riscaldamento a pavimento, vasche idromassaggio e personalizzazione totale degli interni.
La costruzione
Ed ecco che più di duemila operai iniziarono a issare impalcature, costruire edifici e realizzare strade con l’obiettivo di terminare il progetto in quattro anni di lavoro. Quasi la metà delle ville fu immediatamente venduta agli investitori più ricchi, provenienti soprattutto dal mondo arabo, mentre le restanti vennero messe in vendita a un costo che andava dai trecento a quattrocentomila euro.
La crisi
Negli anni immediatamente successivi agli inizi dei lavori del Burj Al Babas, l’incertezza economica globale dovuta al calo del prezzo del petrolio e, soprattutto, al colpo di stato del 2016 che ha spaventato la Turchia e tenuto col fiato sospeso il mondo intero, ha portato la maggior parte dei finanziatori del paese fiabesco a tirarsi indietro e sospendere i finanziamenti. Non ci fu speranza per la compagnia edile turca, tant’è che dichiarò bancarotta nel 2019 e, di conseguenza, chiuse il cantiere, arrivando a costruire “soltanto” circa 500 ville e che, tutt’oggi, sono ancora incompiute.
Lo scenario odierno
Doveva esserci una moschea, campi da golf, il famoso centro commerciale stile Campidoglio, chissà cos’altro avrebbe visto il Burj Al Babas. Peccato che oggi non resti altro che uno spettacolo spettrale, una Disneyland fantasma, come testimoniato dalle immagini che vedrete di seguito.