C’è chi dice che l’età, in amore, sia soltanto un numero: davvero non conta neanche poi così tanto? Neanche se ci si trova di fronte a coppie dove l’uomo è più piccolo della donna, o di relazioni in cui la donna ha 30 anni in meno rispetto al partner? Alle volte ci si domanda se esiste una giusta differenza d’età in modo che la relazione funzioni, in altri casi ci si chiede se esista un “ideale” di gap generazionale. Purtroppo, su questo tema non esiste una scienza esatta, solo studi statistici e diverse ricerche che hanno cercato di approfondire il dibattito. Ecco tutti i pro e i contro del divario d’età nelle relazioni di coppia!
Abitudini e interessi
Avere un’età diversa rispetto al proprio partner, che sia di pochi anni o anche qualcuno in più, potrebbe far scaturire non pochi attriti tra i due: momenti diversi della vita portano inevitabilmente a esigenze diverse che, nella solita routine di tutti i giorni, fanno emergere incomprensioni inevitabili. D’altro canto, però, avere tanti anni di differenza rispetto al proprio amato permette di avere occasioni e interessi che vanno oltre le tipiche abitudini relative ad unna determinata età.
Maturità o spensieratezza?
Certo, il sentimento condiviso è l’abc di una relazione ma i modi di manifestare il proprio affetto o, banalmente, di seguire i propri ritmi, cambiano drasticamente a seconda dell’età della persona: un uomo o una donna matura vuole crearsi una famiglia col proprio amato mentre un ragazzo o una ragazza più giovane preferirebbe godersi la gioventù lontano da grandi responsabilità; oppure, chi vorrebbe stare a casa e chi farebbe festa ogni sera; e ancora, chi sta puntando a far carriera e chi deve superare gli esami universitari. In ogni caso, è la volontà nello stare assieme che mette le basi per una relazione viva e duratura.
Qual è la “giusta” differenza d’età?
Anzi, la domanda è: esiste una “giusta” differenza d’età? Sebbene la risposta sia soggettiva, tutto potrebbe dipendere dall’età del partner più piccolo: se consideriamo dieci anni di differenza, il divario tra diciottenni e ventottenni potrebbe sembrare tanto; e se, invece, considerassimo quarantenni e cinquantenni, ecco che lo shock risulterebbe inferiore. Nel caso in cui fosse l’uomo ad esser più giovane tra i due, molto probabilmente lo stupore sarebbe maggiore.
La ricerca
Uno studio, in particolare, ha dimostrato che, se la differenza d’età aumenta, di conseguenza minore sarà la soddisfazione della coppia: per il Journal of Population Economics è la felicità di coppia, assieme alla determinazione nello stare assieme, a permettere alla relazione di mantenersi viva e sana nonostante il gap generazionale.
La differenza d’età “ideale”
La statistica dice che le relazioni aventi più di cinque anni di differenza d’età tra i partner hanno quasi 1/5 di probabilità di rivelarsi duratura rispetto ad una coppia costituita da individui coetanei. Le ragioni sono certamente legate al percorso ed alle fasi di vita di ognuno che, in questi casi, possono avere obiettivi e abitudini contrastanti.
La regola dei 7
Non la conoscete? Secondo tale regola, bisognerebbe dividere a metà la propria età e sommare sette a questo valore: esempio, se hai 26 anni, l’età minima del tuo prossimo date sarà 20 anni! Pur restando un calcolo interessante, ci teniamo a precisare che questa formula non ha alcuna base scientifica e che è stata semplicemente pubblicata in un libro di almeno cento anni fa. Nel XXI secolo la società è decisamente cambiata… funzionerà ancora la formula?
Come evitare di scoppiare
Le relazioni, se fondate sul rispetto reciproco e sulla gentilezza, possono durare per tutta la vita. Il segreto è saper ascoltare, impegnarsi con serietà e dedicarsi al proprio partner con dolcezza e affiatamento, coltivando il rapporto di coppia con passione e onestà. È importante sostenersi l’un l’altro, trovando i giusti compromessi e le modalità corrette per valorizzare sia sé stessi che chi ci sta accanto. E soprattutto: il tempo è prezioso, va sfruttato fino all’ultimo istante, meglio se con le persone che amiamo.