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I cambiamenti climatici condizionano la nostra vita quotidiana, ma come?

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Vi ricordate quando le mezze stagioni erano fatte di tiepide settimane primaverili che si trasformavano in estate pian piano? O delle torride estati in cui al massimo ci toccavano un paio di temporali estivi? Di autunni freschi e di inverni con la neve? Le condizioni atmosferiche erano molto più prevedibili. Oggi invece d’inverno ci sono giornate così calde che chi abita sul mare ne approfitta per un bagno, mentre d’estate in montagna nevica! E quando arriva il brutto tempo siamo sempre con l’orecchio teso per sapere se è stata diramata un’allerta. Perché? Perché il clima sta cambiando.

Siccità

La siccità si ha quando in un determinato periodo (più o meno lungo), in una certa area (in cui di solito non si verificano fenomeni di questo tipo), manca l’acqua. La siccità può provocare dei danni seri all’habitat, agli animali e alle piante. In alcuni casi i danni possono essere recuperati dall’ambiente, ma in altri sono irreversibili.

Incendi

Per avere idea dei danni che può provocare un incendio, ci limiteremo a un unico esempio: la California nel 2020. Nella fase di picco, a causa delle temperature elevate e del ventosi sono contati oltre 37 incendi, che hanno incenerito un’area vasta più di 300 mila ettari di bosco (fauna compresa). Per settimana i cittadini di Sacramento non hanno visto la luce del sole, sono morte 34 persone e ci sono stati 60 mila sfollati.

Rischio idrogeologico

Si sente sempre più spesso di territori, città e borghi, che vengono inondati da fiumi che rompono gli argini e straripano, oppure sono investiti da frane provocate dalle abbondanti piogge e dal disboscamento. Ogni anno, nel mondo, le vittime (sia in termini di morti che di sfollati) dovuti ai dissesti idrogeologici sono oltre un milione e mezzo.

Acqua potabile

L’acqua potabile scarseggia per due motivi: il primo è la siccità e il secondo è l’inquinamento delle falde. L’acqua che può essere utilizzata per bere e preparare da mangiare è sempre meno e, se non cambiamo abitudini alla svelta, ci ritroveremo con l’acqua razionata.

Ghiacciai

I ghiacciai si sciolgono a causa delle temperature che aumentano. Potremmo dire “è un problema solo per i pinguini e gli orsi polari che a breve non avranno più una casa e che già hanno poco da mangiare”. Ma è un problema che riguarda tutti! Come avviene nei bicchieri di gin tonic, il ghiaccio che si scioglie fa aumentare il volume dell’acqua: i ghiacciai che si sciolgono faranno aumentare il volume dei mari, che sommergeranno le terre sulle quali ora camminiamo.

La plastica

I pesci che non hanno la minima idea di cosa sia la plastica (perché prima di adesso non l’avevano mai vista) la scambiano per cibo. La ingeriscono e quelli che non muoiono, l’assimilano, per poi essere mangiati da altri pesci o da noi umani. La plastica che produciamo e con la quale inquiniamo l’ambiente, in un modo o nell’altro, ci ritorna nel piatto.

L’agricoltura

Pur vivendo in grandi città sempre illuminate a giorno, anche di notte, gli scaffali dei supermercati non potrebbero mai riempirsi senza qualcuno che coltivi la terra. I prodotti dell’agricoltura sono la nostra fonte di sostentamento principale e se la siccità, le alluvioni e le tempeste continueranno a distruggere i raccolti con sempre maggiore frequenza, prima o poi avremo molta meno disponibilità di cibo.

Animali a rischio estinzione

Distruggiamo e inquiniamo gli habitat naturali che ci circondano. Direttamente o indirettamente distruggiamo la casa di milioni di animali che, non avendo più un posto dove andare e di cosa sfamarsi, si riversano nei centri abitati.

Chi ha le responsabilità maggiori?

La responsabilità maggiore è principalmente delle multinazionali che hanno prodotto e continuano a produrre senza tener conto delle conseguenze ambientali del proprio lavoro, ma un po’ anche nostra, che consumiamo senza scegliere attentamente i prodotti che acquistiamo.

Chi ne pagherà le conseguenze più di tutti?

A pagarne le conseguenze siamo tutti noi, ma soprattutto chi vive nei Paesi più poveri, dove gli stati industrializzati inviano i propri rifiuti e dove non ci sono le competenze necessarie per far fronte agli enormi problemi ambientali.