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Australia: catturato il pesce dell’apocalisse

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In Australia, al largo dell’Isola di Melville è stato catturato un pesce remo, il cosiddetto “pesce dell’apocalisse”. È un evento davvero molto raro e la sua cattura non è di buon auspicio, soprattutto per la tradizione orientale. Le immagini della cattura, nemmeno a dirlo, sono diventate subito virali sul web. 

Siamo in Australia, al largo dell’Isola di Melville, la seconda isola più grande dopo la Tasmania, la maggiore delle isole appartenenti all’arcipelago delle Tiwi. 

L’esemplare catturato da Curtis Peterson è enorme: misura circa 11 metri di lunghezza. La straordinarietà dell’evento lo ha reso virale, grazie anche alla condivisione delle foto da parte della Fishing Australia TV.

L’avvistamento e la cattura di questo pesce non sono di buon auspicio, soprattutto nelle antiche credenze popolari orientali. Tradizionalmente, vederne uno è presagio di grande sventura, significa che sta per verificarsi qualcosa di davvero catastrofico. Da qui il soprannome di “pesce dell’apocalisse”. 

L’esempio più famoso e “probante” di questa credenza risale a oltre 10 anni fa. Nel 2011, infatti, ne furono avvistati più di venti esemplari al largo delle coste giapponesi. Pochi mesi dopo, in Giappone, si verificò uno dei terremoti più distruttivi di sempre, al quale seguì uno tsunami che provocò oltre 15mila morti. 

La “gravità” del presagio dipende certamente dalla rarità con cui l’uomo può entrare in contatto con questo pesce. Il suo habitat naturale è nelle profondità oceaniche, tra i 200 e i 1000 metri sotto il livello del mare, e vederne uno è cosa particolarmente rara. La sua primissima apparizione in superficie è avvenuta nel 1901 e da allora sono stati davvero rari gli avvistamenti, fino a qualche anno fa.

Ultimamente l’attenzione per questo pesce sta crescendo in maniera esponenziale, quasi patologica. Il motivo? Solo nel 2024 è stato individuato per ben 3 volte sulle coste della California. L’ultimo avvistamento è avvenuto sulla spiaggia di Encinitas, a nord di San Diego. La carcassa apparteneva a un esemplare di circa 3 metri e il suo ritrovamento ha fatto riaccendere la preoccupazione per qualche evento nefasto che potrebbe sopraggiungere.